Organizzare un lungo viaggio

Organizzare un lungo viaggio pachamamas

Organizzare un lungo viaggio

Ci vuole un po’ di metodo per organizzare un lungo viaggio; un po’ di pazienza per sistemare le proprie cose prima della partenza. Una volta partiti, bisogna dimenticarsi dei piani fatti e lasciarsi trasportare dalle coincidenze, incontri, imprevisti che puntualmente si presentano sul cammino. Non vi preoccupate: sono la parte migliore di questa esperienza e, una volta abituati ad accoglierli con il sorriso, vi troverete spesso occupati a pensare: non vedo l’ora che arrivi il prossimo!

Prima della partenza è necessario farsi qualche domanda, mentre ricordate quanto sia importante cosa deciderete di mettere nello zaino e cosa, inevitabilmente, lasciare a casa. Io, ad esempio, sono un accanito lettore, quindi un e-book lo porterei sempre con me; per qualcun’altro può essere un lettore di musica o la chitarra (ottima scelta: un rompighiaccio fenomenale in tutti gli ostelli del mondo).

Altri ancora si portano dietro tutto l’occorrente per giocare a carte o a scacchi, per passare il tempo mentre aspettano un bus in ritardo di qualche giorno, oppure la sera per fare amicizia e chiudere la giornata con una chiacchierata.

Che cosa penso sia importante portare? Tutto quello che è essenziale: perchè scoprirete ben presto, una volta in viaggio, di quante poche cose avrete bisogno per essere felici.

Lo zaino è la prima cosa da scegliere: sarà la vostra casa per il tempo passato a viaggiare e, piano piano, lo saprete organizzare nel migliore dei modi; ma quanto grande comprarlo? Un po’ di spazio in più può sempre servire, soprattutto in un lungo viaggio. Quando inizierete ad avere voglia di comprare qualche manufatto eccezionale, incontrato su uno scaffale polveroso, di un negozio ai confini del mondo, vi troverete a sorridere pensando: sì, ho ancora un po’ di spazio nello zaino (altrimenti, se avete già raggiunto la massima capienza, speditelo a casa assieme a qualche bacio per la mamma). 

Tutto questo considerato, secondo me, uno zaino da 70 litri (+10 estraibili) è un buon compagno di viaggio. 

Adesso dobbiamo riempirlo però: un paio di jeans non possono mancare; indistruttibili, non troppo caldi quando fa caldo, abbastanza caldi, quando fa freddo: tornerete dopo mesi, avendoli strappati, ma li porterete con fierezza, sapendo di non averli già comprati così. 

Cos’altro di essenziale? Scarpe da trekking, per i sentieri su cui camminerete alla ricerca di libertà e paesaggi incontaminati, una giacca antipioggia-e-vento, per i giorni in cui gli dei invidiosi cercheranno di mettervi i bastoni tra le ruote: non ci riusciranno! E poi quante magliette riuscite a stipare dentro lo zaino, meglio: non avrete sempre tempo e possibilità di lavarle e, a certe latitudini, con una maglietta ed un jeans siete impeccabili per qualunque tipo di occasione.

Non di soli vestiti si vive, però: nel mio zaino non manca mai una tazza, un paio di posate portatili e un piatto pieghevole, perchè mangiare e bere è sacrosanto e, a volte, bisogna adattarsi e sopravvivere. E poi un coltellino vi sbuccerà – o aprirà – tutti i succosi frutti incontrati sul cammino (e vi assicuro: ce ne sono tanti!). 

Questi arnesi, accoppiati ad una tenda, un sacco a pelo, un materassino e una pila da testa vi permetteranno di fare esperienze indimenticabili e, in alcuni casi, di abbassare i costi giornalieri (e nell’organizzare un lungo viaggio bisogna tenere in considerazione anche questo!)

Questo potrebbe bastare, ma mancano ancora i consigli paterni: portatevi dietro un kit di medicine, non sempre troverete con la stessa facilità i farmaci prediletti, anche se ormai una farmacia si trova in ogni angolo remoto: l’unica differenza, rispetto a casa, è che a volte assomigliano più a dei granai. Per me, antibiotici, cortisone e qualche pastiglia contro il mal di stomaco sono dei buoni alleati contro virus e batteri alieni. 

Ah, certo: non dimenticate delle salviettine umide: io qui non ve lo spiego perchè, ma mi ringrazierete.

Sempre per rimanere in campo medico, prenotate con anticipo una visita presso un centro di vaccini internazionali; per qualche giorno vi sentirete delle cavie, ma chi non vorrebbe raccontare agli amici di essersi appena immunizzato per la febbre gialla: già li vedo mentre vi immaginano alla presa con qualche animale esotico, mentre vi fate strada nella giungla con un macete lungo la metà di voi (beh, sono vostri gli amici con le fantasie alla Salgari).

E poi non prendete con leggerezza il discorso dei visti: alcuni paesi li esigono ed il tempo per ottenerli non è sempre così breve: una volta mi è capitato di rimanere ad Istanbul (Costantinopoli, Bisanzio?) per due settimane, aspettando un visto iraniano di cui nessuno sembrava avere notizie. Poco importa: come vi dicevo sopra, sono state tra le settimane più divertenti della mia vita, senza meta, né obiettivi.

Ecco, io queste poche cose vi posso raccontare frutto della mia esperienza nell’organizzare un lungo viaggio: passate tutto il tempo che potete prima di partire a leggere dei paesi che visiterete e portatevi dietro qualche strumento per registrare ricordi, sensazioni o stati d’animo. Può’ essere una macchina fotografica o un diario di viaggio, un computer o un cellulare: meglio i primi rispetto ai secondi, sono meno visibili e vi abituano a vivere in maniera diversa.

Per favore, un’ultima cosa: se il giorno della partenza vi scordate il passaporto, questo articolo non vi sarà servito a niente.

p.s. per altri consigli… più femminili, non vi preoccupate: Mary sta già scrivendo qualcosa!

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