Maya, Aztechi e civiltà del Meso-America

Maya, Aztechi e civiltà del Meso-America

Maya, Aztechi e civiltà del Meso-America

MAYA, AZTECHI E INCA: mai sentito parlare di Civiltà Precolombiane?

 

Anche per chi come me ha studiato archeologia, non è facile affacciarsi allo studio delle antiche culture americane. Le ragioni sono tante, certamente la più ovvia è la distanza, fisica e ideologica, e la separazione geografica non indifferente che ci ha da sempre fatto considerare l’America come un altro mondo, il “Nuovo Mondo”, non semplicemente un altro continente.

Ci siamo sempre sentiti lontani anni luce da quelle popolazioni considerate per secoli inferiori a noi, semplicemente perchè partecipi di un’evoluzione differente dalla nostra e per questo sfruttate, massacrate e persino relegate nell’oblio delle materie poco interessanti, immeritevoli di studio e approfondimento.

C’è poi da considerare il fatto che l’America è un continente sterminato (tanto che spesso si parla di due continenti, Nord-Americano e Sud-Americano) e che non è facile collocare geografiamente e cronologicamente tutte le popolazioni e le culture che lo hanno forgiato e modellato, trasformandolo nel complesso crogiolo di meraviglie che è oggi.

Quando Cristoforo Colombo giunse nel Nuovo Mondo qui vivevano 40 milioni di indigeni che avevano costruito
evolute e raffinate culture; stiamo parlando di civiltà complesse e molto originali rispetto a quelle dell’Asia, del’Africa o del nostro continente. Mi sembra un po’ ingiusto continuare a classificare queste magnifiche popolazioni solo in base all’arrivo di un esploratore europeo, non trovate? Considerando che queste esitevano ben prima che Colombo nascesse e non va certo a lui il merito di averle scoperte, dal momento che egli pensava di essere arrivato nelle Indie!

Per fortuna negli ultimi due secoli archeologi di tutto il mondo hanno sentito la necessità di far luce su queste culture straordinarie, per troppo tempo ignorate e nuove eccezionali scoperte vengono alla luce ogni anno, accrescendo la nostra conoscenza in merito. Cosa ancora più importante, le comunità locali e le istituzioni nazionali hanno riscoperto l’importanza del loro patrimonio culturale e si sono messe in prima linea per riscoprirlo e divulgarlo al mondo intero.

Divisione geografica: il MESOAMERICA e le ANDE.

Basandomi su questo enorme patrimonio archeologico e sul cospicuo materiale scientifico che ne è stato estrapolato, posso semplificarvi la faccenda dicendovi che oggi gli archeologi dividono le civilità più antiche di questo continente in due principali aeree di interesse: il Mesoamerica e le Ande.

Per Mesoamerica si intende quell’area del Centro America che comprende gli odierni stati di Messico, Guatemala e Belize, con particolare attenzione alla Valle del Messico e alla penisola dello Yucatan; proprio qui, tra il 300 e il 900 d.C., quando in Europa crollava l’Impero Romano e nuove potenze si succedevano a suon di sanguinose battaglie, si stavano sviluppando in tutto il loro splendore due gradiose civiltà: i Maya e gli Aztechi.

Ok, facciamo altre due premesse fondamentali:

1. No, gli Inca non c’entrano niente con le culture meso-americane, fanno parte invece delle culture Andine, sviluppatesi lunga la maestosa cordigliera delle Ande in pieno continente Sud Americano, tra Perù, Bolivia, Ecuador e il lembo settentrionale del Cile.
In questo enorme territorio gli Inca apparvero intorno al XIII secolo e vi rimasero per appena 150 anni costruendo un vero Impero…ma questa è un’altra storia che potrete leggere, spero presto, in altro articolo della sezione Culture dal Mondo!

2. No, ovviamente queste non sono le uniche civiltà che abbiano colonizzato le Americhe; negli anni gli archeologi hanno collezionato innumerevoli testimonianze di decine di civiltà diverse che abbiano abitato, praticamente ogni angolo, di questo immenso continente, ma solo queste 3 sono riuscite, in relativamente poco tempo, a costruire qualcosa di grandioso, che abbia lasciato un segno indelebile sul territorio da loro conquistato (Così profondo, che persino le devastazioni della conquista spagnola non sono riuscite a cancellarlo!). In ultimo, ma non meno importante, si tratta delle 3 civilità con cui sono entrati in diretto contatto gli Spagnoli quando arrivarono nel Nuovo Mondo: all’epoca il loro scopo era solo la conquista,non certo la ricerca archeologica! Quindi dal XVI secolo in poi il Vecchio Mondo ha continuato a tramandare la memoria solo dei Maya, degli Aztechi e degli Inca, come se nelle Americhe non ci fosse mai stata altra forma di vita.

IL FASCINO DELLE CULTURE MESO-AMERICANE

L’aspetto più affascinante delle culture meso-americane è che pur non avendo avuto contatti con il Vecchio Mondo fino al XVI secolo e seppur con fasi di sviluppo differenti di popolazione in popolazione, esse dimostrano di aver seguito le stesse fasi di evoluzione di altre culture del mondo e di aver raggiunto, con i loro tempi e in base alle loro necessità, le stesse scoperte: l’agricoltura, la ceramica, la tessitura, la scrittura, l’architettura, ecc.
Ciononostante il fascino che avvolge queste culture sta proprio in quanto ancora non si conosce o non si è riuscito a comprendere; ancora oggi i quesiti che gli archeologi e antropologi si pongono sono molti e privi di una risposta univoca.
Le civiltà Meso-americane produssero uomini di genio nei campi dell’ingegneristica e dell’architettura, in un contesto incredibilmente arduo, soprattutto dal punto di vista geografico-climatico: è difficile per noi immaginare catene montuose di 3.000-4.000 metri di altitudine da percorrere unicamente a piedi, non esistendo nessun animale da soma; o pensare ad un terreno improduttivo e a precipitazioni così scarse da non far crescere nemmeno un filo d’erba! Ciononostante i mesoamericani aggirarono questi problemi e riscirono a sopravvivere, ma non a prosperare. Malgrado la propria sopravvivenza fosse sempre messa a dura prova, i loro migliori uomini e la maggior parte delle loro energie furono destinate a finalità, potremmo dire, “impratiche” e li si, davvero raggiunsero i massimi livelli. Molti studiosi si chiedono ancora oggi come sia possibile che i sapienti maya siano riusciti a disegnare una magnifica carta della volta celeste, ma non ad inventare la ruota. A fornirsi di una concezione dell’eternità quale non l’ha mai formulata un popolo semicivile, ma non saper costruire un arco o almeno una volta.

Non è quindi strano notare come nella maggior parte dei testi maya tradotti non troviamo informazioni di beni materiali commerciati o di derrate alimentari e nemmeno registri contabili, tutti dati meramente tecnici ma che ci hanno fornito informazioni interessantissime sulla cultura di tantissime altre civiltà. Il tema principale che vediamo ripetersi continuamente nel pensiero delle civiltà mesoamericane è invece il trascorrere del tempo: dalla più grande consapevolezza del mistero dell’eterno a quella più precisa della divisione del tempo in frazioni di secoli, anni, mesi, giorni. I Maya per esempio, erano incantati dal concetto del ritmo temporale: quello che loro consideravano come il mistico trasferirsi dall’eternità del futuro all’eternità del passato.

Sarò sincera, il misticismo non è un tema di moda oggigiorno, quindi molti autori tendono a sottolineare solo gli aspetti materiali delle civiltà antiche, nello specifico delle culture americane dove i temi della spiritualità, del mistero dell’universo, del tempo sono ancora più forti e accuratamente riportati da numerosi testi ormai tradotti con certezza. E’ forse proprio per questo che i quesiti storici più interessanti restano quelli legati mentalità maya e azteca, per noi probabilemente anomala, ma…fino a che punto?
Le domande più sentite sono ancora: come vedevano davvero il mondo? Come mai si potè formare solo qui una mentalità così lontana dalla nostra? Quali erano le loro concezioni religiose? Una cultura “impratica” come la loro può considerarsi riuscita, almeno valutandola con un metro diverso dal nostro?
Per me sono questi misteri che fanno delle civiltà del meso-americane un tema di studio estremamente affascinante, perchè ci allontana dalla nostra concezione di cultura, dai nostri schemi mentali, ci spinge ad andare oltre e ad abbracciare anche quel misticismo di cui noi oggi siamo completamente privi, come società almeno.

Chiaramente il comportamento di un dato popolo andrebbe studiato innanzitutto in base alla sua propria cronistoria, vale a dire in base alle testimonianze scritte dirette o indirette che sono giunte fino a noi, in cui però è il popolo stesso a parlare di sè, non attraverso gli occhi di qualcun altro (magari un conquistatore).
Purtroppo per noi gran parte degli abitanti del Nuovo Mondo non ebbero mai una scrittura ed è impossibile estrapolarne la storia solo mettendo a confronto i cocci di terracotta e le armi in selce con quelle trovate nel nostro mondo o in Asia, tanto più che sappiamo non ci furono mai contatti o influenze dirette. Anche i prodotti più raffinati e di eccezionale fattura, come le incredibili tessiture del Perù, i gioielli in giada dei Maya, le corone di piume degli Aztechi, poco possono dirci sulla loro mentalità e sulle idee filosofiche dei loro autori.
Per cui, se finora vi ho citato testi tradotti o fonti scritte mi riferivo al prodotto della sola civiltà precolombiana che possiamo mettere a confronto con il Vecchio Mondo: quella dei Maya, perchè essi soli ebbero una scrittura geroglifica evoluta.
I testi geroglifici sopravvissuti su monumenti o in codici originali e in trascrizioni in latino, insieme allo studio antropologico dei discendenti dei Maya antichi, concorrono a fornirci un complesso di indicazioni sul pensiero di questo popolo, abbastanza notevole da consentire un confronto tra la civiltà Maya e le civiltà del nostro continente. Sappiamo per esempio che abbiamo sviluppato molte norme etiche e di comportamento simili: anche i Maya usavano dire “il fine non giustifica i mezzi”. Un’altra norma è molto simile a una celebre frase pronunciata da Gesù: “Chi vive di spada muore di spada”. Non è affascinante notare come una civiltà così antica, mai venuta a contatto con il nostro mondo, abbia sviluppato un pensiero così vicino al nostro? Badate, queste norme non ci dicono che i Maya avessero gli stessi schemi di comportamento nostri, entrare nel campo dell’etica è un affare spinoso, qui sta la difficoltà dello studio delle civiltà perdute, che quasi nulla è come sembra e fare chiarezza significa mettere continuamente tutto in discussione: diversi compotamenti possono originarsi dallo stesso assunto etico, perchè la lettura di esso può essere diversi di cultura in cultura. Per noi era eticamente impensabile sacrificare un essere umano, per loro era una pratica comune e ordinaria: si tratta di un’etica diversa? Forse, oppure si tratta solo di una visione del mondo diversa dalla nostra ed è in quella lacuna che si inserisce il ricercatore.

J. Eric S. Thompson, il più grande studioso di civiltà Maya, disse “Le grandi scoperte sono fatte solo da chi obbedendo alla sua curiosità esce dalle strade tracciate”.

L’unica certezza che si sia raggiunta finora è che le civiltà meso-americane hanno raggiunto un successo notevole pure seguendo strade diverse dalle nostre, cosa che ancora molte persone del vecchio continente faticano a credere: lo studio e la divulgazione di queste civiltà potrebbe finalmente fornirci una prova a sostegno di una verità ammessa malvolentieri nel nostro mondo, specialmente contemporaneo, cioè che per le nazioni, come per gli individui i valori morali, religiosi, spirituali contano più della prosperità economica e le civiltà mesoamericane ce ne hanno dato un grande esempio.

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